Internet is a suitable instrument to ensure the exercise of several rights, not only of those related to information and communication. It seems nowadays clear that this is not just a matter of regulating a technical mean, but of reshaping our approach to major public policies, where we concretely experience our capacity for exercising civil, political and social rights. From this point of view, it becomes necessary to keep on studying the structure of constitutional rights and their guarantees. The decline of the political action of the States, the tendency for bottom-up self-regulation and the predominance of ICT majors are challenging contemporary legal systems in an unprecedented way. However, renouncing to regulate this particular immaterial "space" would correspond to abdicating the peculiar function of law, that is to direct the individual and social behavior within the sphere of contemporary democratic constitutionalism. This essay is focused on the potentiality offered by the Net to the exercise of political rights; on the determination of politics, not only at national level, inside and outside political parties; on democratic participation and public control particularly after WikiLeaks and Datagate affairs. From this perspective, digitisation has increased the fragility of each of us no less than that of our nations. Emergency leads us to develop cyber-defense strategies against unconventional weapons. Therefore it may be suggested not to consider the constitutionalisation of cyberspace merely by mean of an amendment of Art. 21 of the Italian Constitution, but to interpret constitutional rules with new eyes and to apply them in all circumstances in which new technologies are involved. More important than this would be a constitutional amendment introducing the right to Internet access among social rights.

La Rete Internet è uno strumento idoneo ad assicurare o in qualche modo a coadiuvare l’esercizio di molteplici diritti e non esclusivamente l’esercizio delle facoltà connesse alle posizioni giuridiche collegate agli ambiti della informazione e della comunicazione. Appare chiaro, oggi, che non si tratta solo di disciplinare un mezzo tecnologico, ma di ripensare i modi di affrontare le grandi politiche pubbliche dove si sperimenta in concreto la capacità di esercitare i diritti civili, politici e sociali. Si rende, dunque, necessario continuare a studiare, sotto questa luce, la struttura dei diritti costituzionali ed analizzare la tenuta degli strumenti di garanzia apprestati loro tradizionalmente dall’ordinamento giuridico. I dato dell’arretramento dell’azione politica degli Stati, unito sia alla tendenza all’autoregolamentazione dal basso sia alla preponderanza delle major dell’ICT, ha determinato una sfida inedita per sistemi giuridici contemporanei. Tuttavia, rinunciare a disciplinare questo particolare “spazio” immateriale, equivarrebbe a rinunciare all’idea che il diritto possa orientare ed indirizzare comportamenti individuali e sociali nell’alveo del patrimonio del costituzionalismo democratico contemporaneo che, in quanto esperienza storica, si nutre ed è implementato dai cambiamenti di tali comportamenti. Nel contributo l’attenzione è mirata sulle potenzialità che l’uso della Rete offre all’esercizio dei diritti politici; alla determinazione della politica non solo nazionale, dentro e fuori i partiti politici; alla partecipazione democratica e all’esercizio del controllo nella sfera pubblica, in particolare dopo i casi WikiLeaks e Datagate. Da questa prospettiva, la digitalizzazione ha aumentato la fragilità di ciascuno di noi non meno di quella delle nostre nazioni, che si trovano ad affrontare le emergenze e a dover stabilire strategie di difesa cibernetica contro armi decisamente non convenzionali. Si propone, così, di non considerare la costituzionalizzazione del Cyberspazio (o almeno non esclusivamente e non necessariamente) come modifica al testo dell’art. 21, ma di interpretare ed applicare con occhi nuovi le prescrizioni costituzionali di principio a tutte le realtà che si avvalgono di tale tecnologia. Più importante sarebbe, poi, una revisione costituzionale tesa a inserire il diritto di accesso alla Rete tra i diritti sociali; la forza evocativa di un mezzo tanto potente contribuirebbe a “rivitalizzare” il principio di eguaglianza sostanziale, così come a contrastare il diffondersi dell’idea di un’economia sovrana distaccata dagli Stati e dalle loro leggi (come anche dagli ordinamenti internazionali), proprio sul nodo della ricchezza e della sua distribuzione.

Cittadinanza digitale e potenziamento della partecipazione politica attraverso il web: un mito così recente già da sfatare? / Marsocci, Paola. - In: RIVISTA AIC. - ISSN 2039-8298. - ELETTRONICO. - 1(2015), pp. 1-16.

Cittadinanza digitale e potenziamento della partecipazione politica attraverso il web: un mito così recente già da sfatare?

MARSOCCI, Paola
2015

Abstract

Internet is a suitable instrument to ensure the exercise of several rights, not only of those related to information and communication. It seems nowadays clear that this is not just a matter of regulating a technical mean, but of reshaping our approach to major public policies, where we concretely experience our capacity for exercising civil, political and social rights. From this point of view, it becomes necessary to keep on studying the structure of constitutional rights and their guarantees. The decline of the political action of the States, the tendency for bottom-up self-regulation and the predominance of ICT majors are challenging contemporary legal systems in an unprecedented way. However, renouncing to regulate this particular immaterial "space" would correspond to abdicating the peculiar function of law, that is to direct the individual and social behavior within the sphere of contemporary democratic constitutionalism. This essay is focused on the potentiality offered by the Net to the exercise of political rights; on the determination of politics, not only at national level, inside and outside political parties; on democratic participation and public control particularly after WikiLeaks and Datagate affairs. From this perspective, digitisation has increased the fragility of each of us no less than that of our nations. Emergency leads us to develop cyber-defense strategies against unconventional weapons. Therefore it may be suggested not to consider the constitutionalisation of cyberspace merely by mean of an amendment of Art. 21 of the Italian Constitution, but to interpret constitutional rules with new eyes and to apply them in all circumstances in which new technologies are involved. More important than this would be a constitutional amendment introducing the right to Internet access among social rights.
2015
La Rete Internet è uno strumento idoneo ad assicurare o in qualche modo a coadiuvare l’esercizio di molteplici diritti e non esclusivamente l’esercizio delle facoltà connesse alle posizioni giuridiche collegate agli ambiti della informazione e della comunicazione. Appare chiaro, oggi, che non si tratta solo di disciplinare un mezzo tecnologico, ma di ripensare i modi di affrontare le grandi politiche pubbliche dove si sperimenta in concreto la capacità di esercitare i diritti civili, politici e sociali. Si rende, dunque, necessario continuare a studiare, sotto questa luce, la struttura dei diritti costituzionali ed analizzare la tenuta degli strumenti di garanzia apprestati loro tradizionalmente dall’ordinamento giuridico. I dato dell’arretramento dell’azione politica degli Stati, unito sia alla tendenza all’autoregolamentazione dal basso sia alla preponderanza delle major dell’ICT, ha determinato una sfida inedita per sistemi giuridici contemporanei. Tuttavia, rinunciare a disciplinare questo particolare “spazio” immateriale, equivarrebbe a rinunciare all’idea che il diritto possa orientare ed indirizzare comportamenti individuali e sociali nell’alveo del patrimonio del costituzionalismo democratico contemporaneo che, in quanto esperienza storica, si nutre ed è implementato dai cambiamenti di tali comportamenti. Nel contributo l’attenzione è mirata sulle potenzialità che l’uso della Rete offre all’esercizio dei diritti politici; alla determinazione della politica non solo nazionale, dentro e fuori i partiti politici; alla partecipazione democratica e all’esercizio del controllo nella sfera pubblica, in particolare dopo i casi WikiLeaks e Datagate. Da questa prospettiva, la digitalizzazione ha aumentato la fragilità di ciascuno di noi non meno di quella delle nostre nazioni, che si trovano ad affrontare le emergenze e a dover stabilire strategie di difesa cibernetica contro armi decisamente non convenzionali. Si propone, così, di non considerare la costituzionalizzazione del Cyberspazio (o almeno non esclusivamente e non necessariamente) come modifica al testo dell’art. 21, ma di interpretare ed applicare con occhi nuovi le prescrizioni costituzionali di principio a tutte le realtà che si avvalgono di tale tecnologia. Più importante sarebbe, poi, una revisione costituzionale tesa a inserire il diritto di accesso alla Rete tra i diritti sociali; la forza evocativa di un mezzo tanto potente contribuirebbe a “rivitalizzare” il principio di eguaglianza sostanziale, così come a contrastare il diffondersi dell’idea di un’economia sovrana distaccata dagli Stati e dalle loro leggi (come anche dagli ordinamenti internazionali), proprio sul nodo della ricchezza e della sua distribuzione.
Partecipazione politica; Internet; Web; Costituzione; diritti; democrazia
01 Pubblicazione su rivista::01a Articolo in rivista
Cittadinanza digitale e potenziamento della partecipazione politica attraverso il web: un mito così recente già da sfatare? / Marsocci, Paola. - In: RIVISTA AIC. - ISSN 2039-8298. - ELETTRONICO. - 1(2015), pp. 1-16.
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Note: http://www.rivistaaic.it/cittadinanza-digitale-e-potenziamento-della-partecipazione-politica-attraverso-il-web-un-mito-cos-recente-gi-da-sfatare.html
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